Batteri. I batteri intestinali sono coinvolti nella Sclerosi Multipla
Batteri. La Sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso e che conta ben 110.000 casi solo in Italia. Secondo i dati riportati dall’Associazione italiana, la Sclerosi Multipla è la seconda malattia neurologica più diffusa nel giovane adulto e la prima di tipo infiammatorio cronico. Per quanto riguarda l’incidenza nel genere la ricerca ha riscontrato che colpisce maggiormente le donne degli uomini (63,8% contro il 36,2%) e viene diagnosticata, nella maggior parte dei casi, tra i 20 e i 40 anni. I sintomi della sclerosi multipla variano in base alla zona del cervello colpita dalla malattia e vanno incontro a fasi di remissione e riacutizzazione. Si possono verificare una progressiva perdita della vista, debolezza e tremori con problemi di coordinamento e di equilibrio, deficit nel controllo della vescica, nell’attività intestinale, nella sessualità e nelle funzioni emotive e cognitive.
Vista la complessità e l’impatto della malattia, si contano al giorno d’oggi moltissime ricerche sull’argomento. I ricercatori hanno imparato molto negli ultimi decenni, ma continuano a riflettere sul motivo per cui il sistema immunitario inizi ad attaccare delle zone specifiche del sistema nervoso, in particolare la sostanza che costituisce la guaina midollare degli assoni: la mielina.
Due recenti studi sull’argomento (http://www.pnas.org/content/early/2017/09/05/1711233114.full e http://www.pnas.org/content/early/2017/09/05/1711235114.full) pubblicati su PNAS, suggeriscono che i microbi intestinali possano svolgere un ruolo fondamentale nella neurodegenerazione associata alla Sclerosi Multipla. I ricercatori hanno analizzato la composizione microbiota di 71 pazienti affetti da SM e di 71 soggetti di controllo sani, individuando specifiche specie di batteri più o meno comuni nelle persone con sclerosi multipla rispetto alla popolazione generale. Poi si sono rivolti al compito molto più difficile di indagare come queste differenze nei batteri intestinali possano influenzare l’attacco del sistema immunitario alla mielina nel SNC. In primo luogo, Cekanaviciute e collaboratori hanno esaminato se questi batteri potessero alterare il comportamento delle cellule immunitarie umane rendendole pro o anti-infiammatorie. Essi hanno esposto cellule immunitarie umane in piatti di laboratorio aggiungendo ad ogni campione dei batteri intestinali diversi, scoprendo che le due specie di batteri più comuni nelle persone con SM (Akkermansiamuciniphila e Acinetobactercalcoaceticus) innescavano nelle cellule una reazione pro infiammatoria; mentre una terza specie di batteri (Parabacteroidesdistasonis),riscontrati a livelli inferiori nei pazienti con SMrispetto al gruppo di controllo, hanno indotto una risposta immuno-regolatoria e antinfiammatoria.
Per vedere come questi batteri potrebbero influenzare il sistema immunitario nel suo complesso, i ricercatori hanno introdotto ognuna di queste tre specie di batteri nell’intestino di topi da laboratorio affetti da SM: questo ha causato nei roditori la perdita di cellule immuno-regolatorie chiave e lo sviluppo di una neurodegenerazione più grave, suggerendo che i microbioti possano contribuire alla progressione della Sclerosi Multipla.
“Per essere chiari, non pensiamo che il microbioma sia l’unica causa dell’SM”, ha detto Cekanaviciute. “Ma sembra che questi microbioti possano far migliorare o peggiorare la malattia” aggiungendo che può essere utile soprattutto a scopo di prevenzione e contenimento.Gli autori sperano infatti che la ricerca futura comprenderà esattamente come queste popolazioni batteriche influenzino lo sviluppo e la progressione della SM. Ad esempio, gli autori hanno notato durante le ricerche che almeno una delle specie di batteri trovate nei pazienti, produce molecole che imitano le proteine della mielina, suggerendo che la presenza di questi batteri potrebbe confondere il sistema immunitario causando l’attacco alla stessa.
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