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Osteoporosi. Quanto esercizio fisico serve per prevenirla?
Osteoporosi. Quanto esercizio fisico serve per prevenirla?
Osteoporosi. L’ osteoporosi è una malattia che causa una perdita di massa nello scheletro aumentando il rischio di fratture patologiche. Oltre che per una diminuzione della densità ossea, ciò accade per via della modificazione nella loro citoarchitettura. Dal punto di vista diagnostico viene divisa in primaria (95% dei casi) e secondaria: nel primo caso significa che compare spontaneamente, nel secondo che è conseguente ad un evento correlato (ad esempio a seguito di iperparatiroidismo, farmaci osteotossici, etc.).
Si stima che solo in Italia ne siano colpite circa 5 milioni di persone (1 su 3 donne e 1 su 5 uomini). Il quadro non può che peggiorare in futuro a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, portando quindi ad un proporzionale aumento dell’impatto della malattia. Infatti l’ osteoporosi è direttamente collegata alla vecchiaia ma nelle donne l’incidenza di osteoporosi aumenta drasticamente anche dopo la menopausa.
Vi è una convinzione diffusa che l’osteoporosi sia una componente inevitabile del processo di invecchiamento, invece è ora opinione degli esperti che sia ampiamente prevenibile. Ad esempio l’inattività fisica è un fattore di rischio che può essere modificato per la prevenzione di questa patologia: tuttavia il contributo specifico che l’attività fisica può avere per minimizzare la perdita di massa ossea è poco compreso rispetto ad altri fattori di rischio di vita modificabili (dieta, fumo, alcol, etc.). Ad esempio per la prevenzione di malattie metaboliche e cardiovascolari vi sono delle linee guida che assicurano una diminuzione dei rischi grazie a 150 minuti di attività fisica moderata a settimana suddivisi in periodi di circa 10 minuti. Per quanto riguarda invece la salute ossea può essere segnalata una ricerca di Chastin e colleghi che era stata fatta per suggerire delle linee di prevenzione, ma non era stata trovata una correlazione significativa probabilmente per il fatto che utilizzò degli strumenti per la misurazione dei benefici sulle ossa che non erano abbastanza precisi.
Il team dell’università di Exeter in Gran Bretagna ha voluto ripetere questo esperimento (https://academic.oup.com/ije/article-lookup/doi/10.1093/ije/dyx080 ) per indagare più specificatamente e attraverso l’uso di strumenti più sofisticati, se l’attività fisica può avere dei benefici rispettivamente per donne in pre e post menopausa. Grazie ai dati offerti dall’UK biobank, risorsa sanitaria che monitora circa 500.000 volontari raccogliendo informazioni sulla loro salute per poi fornirli a scienziati autorizzati a scopi di ricerca, il team ha selezionato un gruppo di donne in pre-menopausa che contava 1218 soggetti e un gruppo in post-menopausa di 1316 soggetti.
Il team di ricerca ha avuto l’opportunità di misurare con maggiore precisione le intensità delle attività fisiche benefiche all’osso grazie alla nuova disponibilità commerciale di monitor di attività a polso basata su accelerometria a tre assi ad alta risoluzione, che raccoglie e memorizza i dati grezzi di accelerazione fino a 100 Hz per 7 giorni. Oltre a queste misurazioni sono state prese in considerazione le risposte ad un questionario apposito. I risultati oltre ad aver incredibilmente svelato un’associazione positiva tra l’attività fisica abituale e la salute delle ossa sia nelle donne in pre che in post menopausa, hanno anche consentito di trovare delle soglie specifiche per le linee guida di prevenzione.
Ma quali sono queste soglie? Molto efficaci si sono rivelate le brevi esplosioni di attività ad alta intensità. Con il fine di sviluppare messaggi realistici e realizzabili per la salute pubblica, i ricercatori hanno definito che piccoli importi (1-2 minuti) di attività a ≥1000 mg per le donne in pre-menopausa e ≥750 mg per le donne in post hanno effetti benefici sulla salute delle loro ossa; l’attività ad alto impatto, infatti, è generalmente considerata necessaria per stimolare le cellule ossee migliorandone la densità.
Perché le misure di salute ossea sono associate ad una diversa soglia di intensità nelle donne pre- e post-menopausa? “Probabilmente” – spiega il team – “ciò è possibile a causa della forza ossea in declino con l’età che abbassa la soglia di attività ad alta intensità (750 mg) nelle donne in post-menopausa fornendo in realtà la stessa stimolazione meccanica di una soglia più elevata di attività ad alta intensità (ad es. 1000 mg) nelle donne in pre-menopausa”.
Lo studio ha quindi potuto concludere che 1-2 minuti al giorno di attività quali correre ai 10 km/h in donne pre-menopausa e a fare un lento jogging nelle donne in post-menopausa è associato ad una migliore salute delle ossa.
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