Parkinson. Nuovi metodi diagnostici e curativi del morbo di Parkinson
Parkinson. Nuovi metodi diagnostici e curativi del morbo di Parkinson
Parkinson. Il morbo di Parkinson è una patologia che causa una degenerazione cronica e progressiva del cervello e colpisce soprattutto una parte del sistema nervoso centrale – detta sostanza nera – responsabile della produzione di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel controllo dei movimenti. Questa malattia ha un incidenza maggiore nelle persone al di sopra dei 50 anni e, secondo i dati OMS, solo in Europa ne sono colpite circa un milione di persone, con percentuali maggiori negli uomini. A causa dei malfunzionamento del sistema dopaminergico, il morbo di Parkinson è compreso nei “Disordini del movimento”: i principali sintomi sono infatti tremori, rigidità, bradicinesia, deficit dell’equilibrio, etc. e a causa della loro gravità compromettono gravemente la vita della persona. Purtroppo vi sono anche altre manifestazioni sintomatiche di tipo non motorio quali stipsi, disfunzioni sessuali, disturbi della pressione arteriosa, crampi e altro.
Per via del numero di malati e per la gravità stessa di questa patologia, sono molti gli studi che vengono fatti ogni anno sul morbo di Parkinson.
Recentemente, ad esempio, è stato redatto uno studio, capitanato dal ricercatore Poonam Zham, (http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fneur.2017.00435/full ) che ha voluto mettere a punto un nuovo metodo diagnostico basato sul fatto che i malati di Parkinson scrivono o disegnano più lentamente ed esercitano poca pressione con la penna, a causa della rigidità muscolare. La ricerca ha coinvolto un gruppo sperimentale che comprendeva malati di Parkinson e un gruppo di controllo con soggetti sani. As entrambi i gruppi è stato poi chiesto di disegnare una spirale sullo schermo di un tablet che era collegato ad uno strumento rilevava la velocità del tratto e la pressione della penna. Attraverso un indice che univa le due misurazioni il test riusciva a riconoscere un individuo sano da uno con il Parkinson e anche a dire quanto risultava grave ciascun paziente.
Su Science invece (http://science.sciencemag.org/content/early/2017/09/06/science.aam9080 ) è stato pubblicato un altro studio che ha aperto le strade a nuove forme di terapia per i malati di Parkinson. Gli scienziati della Northwestern Medicine hanno compreso che un accumulo di dopamina ossidata da una proteina chiamata alfa-sinucleina, sfocia in una cascata tossica mitocondriale e lisosomica che sarebbe la causa della degenerazione neuronale nei pazienti con il morbo di Parkinson. Grazie a questa scoperta si è compreso che gli interventi all’inizio del processo di malattia riuscirebbero a interrompere il ciclo patogeno e migliorare la funzionalità neuronale. Dopo aver osservato che la malattia ha risvolti diversi nei neuroni dei topi e in quelli umani, il team diretto da Dimitri Krainc, ha infatti scoperto che questa anomalia poteva essere bloccata grazie ad antiossidanti specifici che migliorano lo stress ossidativo mitocondriale riuscendo ad attenuare o prevenire gli effetti tossici nei neuroni dopaminergici ancora in una fase precoce della malattia. I test genetici saranno infatti centrali per i futuri sforzi diagnostici.
Qui in BrainCare vi è la possibilità di svolgere mappature geniche che a fini preventivi possono dirti se hai predisposizioni per lo sviluppo di questa e altre malattie neurodegenerative in modo da poter intervenire con terapie di prevenzione quale la palestra mentale e fisica. Infine possiamo valutate i disturbi neuropsicologici con test carta – matita e computerizzati, quando essi sono già presenti anche in maniera subclinica.
Ti aspettiamo!!
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