La Sclerosi Multipla
Che cos’è?
La sclerosi multipla (S.M.) è una malattia autoimmune neurodegenerativa che comporta la demielinizzazione progressiva del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). Questo processo provoca anomalie nella segnalazione neurale, con sintomatologia che può variare da moderata (aumento del senso di fatica) a grave (problemi di mobilità) fino alla morte.
Incidenza e Fattori di rischio
Nel mondo ci sono circa 3 milioni di persone con sclerosi multipla, di cui 500.000 in Europa e 68.000 in Italia. Ogni anno si verificano 1.800 nuovi casi. Tuttavia la distribuzione della malattia non è omogenea, né dal punto di vista geografico né per quanto riguarda l’età dei soggetti colpiti. L’età di esordio è infatti tra i 15 e i 50 anni, anche se questa malattia si manifesta soprattutto nei i giovani adulti tra i 20 e i 30 anni. L’Italia è considerata un’area ad alto rischio di malattia (113 casi su 100.000 abitanti), sia per le regioni del Sud che per quelle del Nord, anche se con qualche differenza regionale.
Sebbene le cause non siano ancora del tutto chiare vi sono diversi fattori che aumenterebbero il rischio di riscontrare questa malattia oltre all’ambiente e alla genetica. Partendo dal presupposto che diversi studi hanno dimostrato che più ci si allontana dall’equatore e maggiori casi di MS vengono rilevati, è stata ipotizzato una correlazione tra l’ambiente e l’incidenza della malattia. A tal proposito alcuni fattori di rischio potrebbero corrispondere al clima, alla ridotta esposizione alla luce solare e alla scarsa assunzione di vitamina D. Inoltre, come già specificato sopra, anche l’età dei soggetti rende più vulnerabili al riscontro della MS. Un ulteriore fattore viene poi identificato nel sesso: le donne infatti vengono maggiormente colpite da SM in un rapporto 3:1 rispetto agli uomini. Infine vi sono molti microorganismi che si ipotizza siano responsabili di infezioni causanti SM, ma da questo punto di vista nulla è stato ancora completamente dimostrato.
Sintomi
I sintomi che la SM provoca variano da persona a persona, a causa della diversa localizzazione dell’infiammazione, vi è infatti una stretta correlazione tra il deterioramento cognitivo e la sede della lesione. Tuttavia alcuni dei sintomi più diffusi sono: disfunzioni neuropsicologiche motorie, sensoriali, autonomiche (le più varie) disordini delle funzioni attentive, delle funzioni mnesiche, delle funzioni visuo-spaziali, delle funzioni esecutive. Tra i disturbi cognitivi i deficit nella velocità di elaborazione delle informazioni e nella working memory, sono i primi segni della malattia.
Concludendo che le disfunzioni cognitive, pur se di entità variabile da soggetto a soggetto, sono frequenti nei pazienti con SM (circa un terzo dei pazienti pare abbia un disturbo cognitivo) in Italia 22.000 persone con SM (1/3 di 68.000) potrebbero giovarsi di un programma di riabilitazione neuropsicologica.
Diagnosi
Non essendo possibile diagnosticare con un unico strumento la SM, è necessario utilizzarne più di uno e analizzare tutti i risultati, ricordando se necessario di rivalutare la situazione nel tempo. Alcuni di questi strumenti utilizzati sono:
- storia clinica del paziente
- risonanza magnetica
- potenziali evocati
- esame del liquor cerebrospinale
Trattamento
Come per altre patologie del SNC, anche nella SM è necessario mettere in campo tutti i mezzi e in atto tutte le strategie possibili al fine di permettere il mantenimento di livelli accettabili di efficienza, autonomia, di benessere fisico, psicologico e sociale. A tal proposito è sempre crescente la ricerca e l’utilizzo di nuovi trattamenti (come per esempio lo yoga e l’esercizio esercizio fisico) che possano contribuire al miglioramento dei deficit cognitivi. Le terapie farmacologiche finora disponibili anche quando sono in grado di modificare il decorso della malattia, soprattutto in termini temporali, non permettono il recupero delle capacità compromesse. Trattamenti di riabilitazione cognitiva invece vengono somministrati per migliorare le prestazioni, l’autonomia, il grado di interazione familiare e sociale, la qualità della vita di tali pazienti agendo su alcune disfunzioni che non trovano giovamento da altri interventi e che influiscono notevolmente sui livelli funzionali di queste persone. Tali strategie riabilitative sono sempre più basate sulle conoscenze derivate dalle discipline di base, con una apertura d’orizzonte più ampia possibile. La somministrazione dei trattamenti è affidata a personale specializzato, in alcuni casi è però possibile una somministrazione gestita dal paziente stesso o dai suoi caregiver in modo da facilitare sempre più il processo di riabilitazione cognitiva.