Trauma Cranico Lieve

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Trauma Cranico Lieve

Trauma Cranico

Cos’è?

Il trauma cranio-encefalico (TCE) viene definito grave, moderato o lieve in base a due parametri: il primo è il livello di perdita di coscienza in fase acuta, ovvero al momento dell’ingresso in ospedale; il secondo è la durata dell’Amnesia Post-Traumatica (PTA), ossia del periodo di confusione e disorientamento dopo l’evento traumatico.

Il trauma cranio-encefalico è definito lieve quando la durata del periodo di coma è inferiore a  30 minuti e la durata dell’Amnesia Post –Traumatica è inferiore ad 1 ora.

Solo in una limitata percentuale dei casi il TCE lieve produce degli esiti permanenti. Tuttavia, il numero di persone che subiscono un TCE lieve è decisamente maggiore rispetto al numero di persone con esiti di TCE grave.


Incidenza

Secondo alcuni dati provenienti dagli USA, ogni anno su 100.000 abitanti vi sono dai 100 ai 300 nuovi casi di TCE lieve ospedalizzati.  Tale valore si alza fino a 600/100.000 se consideriamo anche i casi non ospedalizzati.


Iter diagnostico

Quale iter diagnostico si apre subito dopo il TCE?

In fase acuta, se sono presenti perdita di coscienza e Amnesia Post Traumatica,  la valutazione medica consiste prevalentemente nell’esame clinico, da ripetersi ogni 15-30 minuti per le prime 24 ore, e nell’esecuzione di esami di neuroimaging (RMN o TAC cerebrale).

Nella maggior parte dei casi il TCE lieve si risolve completamente, ma per una parte non trascurabile di pazienti gli esiti a livello cognitivo, comportamentale, psicologico e psicosociale permangono nel tempo.


Esiti

Dopo alcuni mesi dal trauma cranio-encefalico lieve possono permanere:

–    disturbi delle funzioni cognitive (quali deficit di attenzione, memoria, working memory e funzioni esecutive)

–    disturbi della sfera emotiva (per es. irritabilità, ansia, deflessione del tono dell’umore)

–    sintomi fisici associati (cefalea, vertigini, etc.)

Una percentuale compresa tra il 18% e il 25 % dei pazienti con trauma cranio-encefalico  lieve soffre di persistenti disabilità e problemi di adattamento. Per questo motivo è importante approfondire il quadro clinico con adeguate valutazioni del livello funzionale della persona, indagando eventuali difficoltà cognitive, comportamentali, emozionali e sociali.


La valutazione neuropsicologica

Essa prevede prove dettagliate che indagano diverse funzioni cognitive, quali attenzione, memoria, funzioni esecutive e nello specifico, prove di attenzione divisa, spostamento rapido dell’attenzione selettiva, memoria di lavoro, inibizione della risposta, categorizzazione e pianificazione.

Inoltre, una valutazione adeguata tiene in considerazione non soltanto del livello di menomazione della specifica funzione cognitiva, ma delle capacità del paziente nello svolgimento delle attività di vita quotidiana e della sua partecipazione in ambito familiare, sociale e lavorativo.

Il percorso riabilitativo

a. La riabilitazione neuropsicologica

Possiamo individuare due grandi classi di programmi riabilitativi:

  • programmi riabilitativi ad ampio spettro (programmi integrati che prevedono interventi di training cognitivo “diretto”, insegnamento di strategie e tecniche di compensazione, interventi di tipo psicoterapeutico e cognitivo-comportamentale, fisioterapia e terapia occupazionale, trattamento neurosensoriale e interventi farmacologici).
  • programmi più specificatamente mirati a riabilitare la singola componente cognitiva deficitaria (ad esempio, la memoria di lavoro).

b. La riabilitazione neuropsicologica olistica

Il modello riabilitativo su cui si basano gli interventi olistici  si focalizza sulle interazioni tra i diversi moduli cognitivi,  l’ambiente in cui vive il paziente e le sue reazioni emozionali.

Questi programmi vengono spesso svolti fuori dalle strutture ospedaliere, in un setting ecologico, con una definizione dell’outcome sin dall’inizio orientato alla partecipazione sociale, alreinserimento lavorativo e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. Al centro del trattamento vi sono le capacità interpersonali, oltre che le capacità cognitive e la capacità di gestione delle emozioni.


Programmi di educazione del paziente e del caregiver

Un intervento quanto più precoce di tipo “educazionale-informativo” può ridurre le conseguenze dei sintomi a lungo termine: esso consiste nel fornire al paziente e ai familiari (o caregivers) informazioni, consigli e supporto per la gestione dei sintomi della sindrome post-concussiva, allo scopo di ridurre gli effetti dello stress derivante dai disturbi cognitivi e aiutare il paziente a tornare, gradualmente, ai normali livelli di attività.

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