Sport. Lo sport aiuta la psiche: un contributo alla fibromialgia
Sport. Oggi diversi studi sembrano prendere in considerazione lo sport in quanto protagonista nei suoi possibili contributi in malattie come la fibromialgia: in particolare, nel trattamento di questa malattia negli adolescenti è stato ripreso una tipologia di addestramento neuromuscolare dalla medicina dello sport, con risultati che mostrano una riduzione della disabilità ed un aumento della sicurezza in questi pazienti. Come viene fatto: il programma FIT Teens unisce la psicoterapia e l’esercizio a metodi innovativi che vengono solitamente impiegati per prevenire gli infortuni (come le valutazioni biomeccaniche, il motion capture tridimensionale, la realtà virtuale).
Tale programma è stato inserito in uno studio che ha avuto inizio lo scorso anno, condotto da Susmita Kashikar Zuck del Cincinnati Children’s Hospital, con 400 partecipanti i cui risultati parziali (in attesa dei definitivi del 2022) sono già positivi: i partecipanti dichiarano di fidarsi maggiormente del proprio corpo, obiettivo importante per questa tipologia di pazienti che perde subito tale fiducia a causa della malattia (http://www.popsci.it/canali-medicina/dolore/fibromialgia-un-aiuto-dalla-medicina-dello-sport.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03).
Le attività fisiche proposte agli adolescenti variano da moderate a vigorose in base alle loro scelte e i ragazzi vengono poi istruiti sul modo di inserire queste attività all’interno del loro programma in maniera graduale. L’allenamento neuromuscolare, invece, riguarda la forza centrale, il controllo della postura, la ripresa dallo stress e la coordinazione. Dal punto di vista psicologico vengono impegnati in skill gestionali che comprendono la distrazione cognitivo comportamentale, la gestione dello stress, il rilassamento muscolare, la scansione delle attività.
Quello in cui era importante intervenire per tali pazienti riguardava proprio la concezione del movimento, conseguentemente dell’attività fisica. Spesso, i pazienti con fibromialgia sviluppano paura di muoversi e associano il dolore all’attività fisica. Cosi lo studio integra la terapia cognitivo-comportamentale e l’esercizio neuromuscolare, facendo sì che venga migliorata la competenza nel movimento minimizzando il dolore muscolare a seguito dell’esercizio.
Dunque, come affermato dalla Dott.ssa Anna Cantagallo, “il contributo da parte dello sport alla psiche è da rivalutare, senza considerare questo rapporto come unilaterale; aprirsi a queste nuove prospettive può rappresentare un importante punto di inizio sia per la ricerca sperimentale di nuove prospettive nello studio della psiche sia nella pratica clinica per nuove opportunità di trattamento”.
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