Sclerosi Multipla. Attività di resistenza per rallentare la malattia
Sclerosi Multipla. La Sclerosi Multipla (MS) è una patologia neurodegenerativa che causa nel tempo una diminuzione del volume cerebrale dovuta alla morte dei neuroni. Nello specifico questa malattia causa lesioni alla mielina, guaina che ricopre gli assoni e che permette una più rapida ed efficiente trasmissione dei segnali tra neuroni. A seguito di un danneggiamento alla mielina, i segnali nel sistema nervoso centrale risultano alterati o danneggiati. Ovviamente queste alterazioni si manifestano con una varietà di sintomi che dipendono dalla sede delle lesioni. Le cause della Sclerosi Multipla non sono ancora state comprese a fondo ma si pensa sia una malattia autoimmune: il sistema immunitario attacca i tessuti del proprio organismo scambiandoli per “corpi estranei”. Queste aggressioni danneggiano il rivestimento mielinico e innescano un meccanismo infiammatorio che porta alla formazione di una cicatrice simile ad una placca (motivo per cui la sclerosi multipla in passato veniva chiamata anche “sclerosi a placche”). Ad oggi solo in Italia ne sono colpite 114mila persone con ben 3400 nuovi malati all’anno: questi numeri ci fanno capire che si tratta di un’emergenza sanitaria che costa al nostro Stato 5 miliardi di euro all’anno! In tutto il mondo, infatti, si è compresa la necessità di andare a fondo su questa malattia prestandole le dovute attenzioni sia a livello sanitario, che a livello politico, con lo scopo di tutelare i malati e di trovare nuovi farmaci o cure efficaci.
A tal proposito è stato recentemente portato a termine uno studio (http://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1177/1352458517722645 ) dai ricercatori dell’Università di Aarhus, in Danimarca, che aveva lo scopo di approfondire i benefici che può portare una costante attività fisica di resistenza sulla degenerazione neuronale. La letteratura infatti suggerisce che attività progressive di resistenza possono efficacemente contrastare l’atrofia cerebrale. Per valutare a quanto ammontavano questi effetti il team ha condotto un trial randomizzato per un totale di 24 settimane su 35 malati di Sclerosi Multipla. Al gruppo sperimentale composto da 18 soggetti hanno fatto fare degli esercizi auto-guidati di attività fisica di resistenza mentre al gruppo di controllo hanno lasciato proseguire il loro stile di vita abituale. I malati venivano sottoposti periodicamente a test clinici per valutare la progressione della malattia oltre a risonanza magnetica (MRI) per valutare carico delle lesioni, volume cerebrale globale, percentuale di cambiamento del volume del cervello e spessore corticale.
I risultati hanno mostrato che la scala dello stato di disabilità, il carico delle lesioni e il volume globale del cervello non sono stati diversi tra i gruppi ma sorprendentemente sono state rilevate delle differenze significative nella percentuale di cambiamento del volume del cervello. Risultava infatti un maggiore spessore corticale in ben 19 delle 74 regioni corticali studiate. Nella riproduzione della ricerca è stato confermato che le differenze tra i due gruppi dello spessore delle aree cerebrali riguardava ben 4 aree cerebrali: giro cingolare anteriore, polo temporale, solco orbitale e solco temporale inferiore.
Le attività progressive di resistenza hanno quindi dimostrato indurre un aumento dello spessore corticale: si deduce quindi che non solo hanno un effetto neuro protettivo, ma addirittura neuro rigenerativo nei pazienti affetti da Sclerosi Multipla Recidivante-Remittente (la forma più diffusa di questa patologia).
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